MedFocus.it

Correlazioni in Medicina



Sclerosi multipla: aumentato tasso di recidiva nella malattia con insorgenza in età pediatrica rispetto a quella con insorgenza in età adulta


È stato condotto uno studio per verificare se l’esistenza di eventuali differenze nella progresisone della malattia in caso di sclerosi multipla insorta in età pediatrica rispetto a quella originata in età adulta fosse dovuta a diversità nei tassi di recidiva.

Il periodo osservazionale dei pazienti coinvolti nello studio è stato di 3.67 e 3.98 anni nel gruppo pediatrico e nel gruppo adulto, rispettivamente.

Sono stati coinvolti nello studio i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente visitati presso il Massachusetts General Hospital e il Brigham and Women's Hospital dopo un periodo uguale o inferiore ai 12 mesi dalla comparsa del primo sintomo nel luglio 2001 o più tardi, seguiti per un periodo di follow-up di 12 o più mesi.

Sono stati inclusi nello studio 110 pazienti con esordio della malattia in età adulta e 21 con esordio in età pediatrica. Tre pazienti con esordio della sclerosi multipla in età adulta sono stati esclusi a causa di dati non completi.

Il tasso annualizzato di recidiva nel gruppo con insorgenza della malattia in età pediatrica è risultato significativamente più alto rispetto a quello del gruppo con insorgenza della malattia in età adulta ( 1.13 vs 0.40; P < 0.001 ) con un rapporto tra i tassi aggiustato di 2.81.

Quando l’età all’insorgenza della malattia è stata trattata come una variabile ocntinua, è stata osservata una significativa associazione tra l’età e il tasso di recidiva ( P < 0.001 ).

In conclusione, le recidive sono risultate più frequenti nei pazienti con insorgenza pediatrica della sclerosi multipla rispetto ai pazienti con insorgenza in età adulta.
Queste osservazioni suggeriscono che i pazienti con insorgenza della sclerosi multipla in età pediatrica sono più soggetti a un decorso infiammatorio della malattia rispetto a quelli con insorgenza in età adulta. ( Xagena2009 )

Gorman MP et al, Arch Neurol 2009; 66: 54-59


Neuro2009

Altri articoli